LOADING...

Sala 6 - AGRICOLTURA della PIANURA

Insalubrità e malaria erano una costante: insieme all’insicurezza del litorale, spiegavano l’assenza di un vero e proprio sistema insediativo con popolazione stabile. La pianura comunemente chiamata “la piana”, in massima parte di proprietà comunale, era occupata da incolti e pasture e fruita in modo collettivo da agricoltori e allevatori dei nuclei collinari per caccia, pesca, pascolo e semine saltuarie.

Scendendo dai monti verso la piana, si trovavano le seguenti colture: in una prima fascia oliveti e viti per lo più ai bordi dei campi, cereali e foraggi, con a seguire colture orticole.

Nell’area apuana, nell’esile fascia fra gli orti e il mare, si introduceva gradualmente il pino, soprattutto marittimo in luogo dell’antica macchia di lecci: tra metà XVIII e seconda metà XIX secolo, si costituì quella barriera di pinete che avrebbe fatto da sfondo a una delle più belle zone balneari d’Italia.

Assai diffusa la produzione vinicola e oleara  per uso domestico, magari condividendo l’uso delle attrezzature.

Approfondimenti

GALLERY

©2015 Fondazione Terre Medicee, Tutti i diritti riservati.