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L’alpeggio e l’allevamento di ovini e bovini era un’altra delle attività caratteristiche della montagna  fino alla metà del 1900, senza considerare che tutti o quasi avevano piccoli animali da cortile.

Gli alpeggi erano insediamenti stagionali d'alpe situati a quote superiori rispetto ai villaggi: si venivano a creare piccole abitazioni con stalla, si praticavano piccole coltivazioni e si sfruttavano i pascoli per l'allevamento ovino e bovino.

Durante l’estate, intere famiglie si spostavano per soggiornare all’alpe, ma rientravano spesso per alcuni giorni al proprio villaggio di provenienza, per le necessità dell'agricoltura nei terreni posti in basso.

Si assisteva così ad un movimento continuo dai paesi all'alpe e viceversa; i primi spostamenti avvenivano all’inizio di aprile per la semina delle patate e alla fine dello stesso mese per la semina del granturco. Nello stesso periodo si facevano salire le pecore e le poche vacche, per favorire l'ingrasso dei terreni con il loro sterco.

Anche durante l’inverno, i contadini si recavano periodicamente alle case d'alpe, dove prelevavano con la stia o con la reticella grosse quantità di foraggio.

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